Pubblichiamo il testo della Relazione di Sintesi della prima Sessione della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi “Una Chiesa sinodale in missione”.
Care sorelle, cari fratelli,
«noi tutti siamo stati battezzati mediante un solo Spirito in un solo corpo» (1Cor 12,13). È l’esperienza, colma di gioia e di gratitudine, che abbiamo fatto in questa Prima Sessione dell’Assemblea sinodale, che si è tenuta dal 4 al 28 ottobre 2023, sul tema “Per una Chiesa sinodale. Comunione, partecipazione, missione”. Per la comune grazia del Battesimo, abbiamo potuto vivere insieme con un cuore solo e un’anima sola, pur nella diversità delle provenienze, lingue e culture. Come un coro abbiamo cercato di cantare nella varietà delle voci e nell’unità degli animi. Lo Spirito Santo ci ha dato di sperimentare l’armonia che Lui solo sa generare: essa è un dono e una testimonianza in un mondo lacerato e diviso.
La nostra Assemblea si è svolta mentre nel mondo infuriano vecchie e nuove guerre, con il dramma assurdo di innumerevoli vittime. Il grido dei poveri, di chi è costretto a migrare, di chi subisce violenza o soffre le devastanti conseguenze dei cambiamenti climatici è risuonata tra noi, non solo attraverso i mezzi di comunicazione, ma anche dalla voce di molti, personalmente coinvolti con le loro famiglie e i loro popoli in questi tragici eventi. Abbiamo portato tutti, in ogni momento, nel cuore e nella preghiera, chiedendoci in che modo le nostre Chiese possano favorire cammini di riconciliazione, di speranza, di giustizia e di pace.
Il nostro incontro si è svolto a Roma, intorno al successore di Pietro, che ci ha confermati nella fede e ci ha spinto a essere audaci nella missione. È stata una grazia iniziare il cammino di questi giorni con una veglia ecumenica, in cui abbiamo visto pregare insieme al Papa, presso la tomba di Pietro, i capi e i rappresentanti delle altre confessioni cristiane: l’unità fermenta silenziosa dentro la Santa Chiesa di Dio; lo vediamo con i nostri occhi e pieni di gioia ve lo testimoniamo. «Com’è bello e com’è dolce che i fratelli vivano insieme!» (Sal 133,1).
Per volere del Santo Padre, l’Assemblea ha visto raccogliersi insieme e intorno ai Vescovi altri membri del Popolo di Dio. I Vescovi, uniti tra loro e con il Vescovo di Roma, hanno reso manifesta la Chiesa come comunione di Chiese. Laiche e laici, consacrati e consacrate, diaconi e presbiteri sono stati, con i Vescovi, testimoni di un processo che intende coinvolgere tutta la Chiesa e tutti nella Chiesa. Essi hanno ricordato che l’Assemblea non è un evento isolato, ma parte integrante e passaggio necessario del processo sinodale. Nella molteplicità degli interventi e nella pluralità delle posizioni è risuonata l’esperienza di una Chiesa che sta imparando lo stile della sinodalità e cercando le forme più idonee a realizzarla.
Sono più di due anni che abbiamo iniziato il cammino che ci ha condotto a questa Sessione. Dopo l’apertura del processo sinodale avvenuta il 9 ottobre 2021, tutte le Chiese, seppur con passo diverso, si sono impegnate in un processo di ascolto che ha visto tappe diocesane, nazionali e continentali, i cui risultati sono confluiti nei rispettivi documenti. Con questa Sessione si è aperta la fase in cui la Chiesa intera recepisce i frutti di questa consultazione per discernere, nella preghiera e nel dialogo, le strade che lo Spirito ci chiede di percorrere. Questa fase durerà fino al mese di ottobre 2024, quando la Seconda Sessione dell’Assemblea porterà a termine il proprio lavoro, offrendolo al Santo Padre.
L’intero cammino, radicato nella Tradizione della Chiesa, si sta svolgendo nella luce del magistero conciliare. Il Concilio Vaticano II è stato, infatti, come un seme gettato nel campo del mondo e della Chiesa. La vita quotidiana dei credenti, l’esperienza delle Chiese in ogni popolo e cultura, le molteplici testimonianze di santità, la riflessione dei teologi sono stati il terreno in cui esso è germogliato e cresciuto. Il Sinodo 2021-2024 continua ad attingere all’energia di quel seme e a svilupparne le potenzialità. Il cammino sinodale sta infatti mettendo in atto ciò che il Concilio ha insegnato sulla Chiesa come Mistero e Popolo di Dio, chiamato alla santità. Esso valorizza l’apporto di tutti i battezzati, nella varietà delle loro vocazioni, a una migliore comprensione e pratica del Vangelo. In questo senso costituisce un vero atto di ulteriore recezione del Concilio, che ne prolunga l’ispirazione e ne rilancia per il mondo di oggi la forza profetica.
Dopo un mese di lavoro, ora il Signore ci chiama a ritornare nelle nostre Chiese per trasmettere a tutti voi i frutti del nostro lavoro e continuare insieme il cammino. Qui a Roma eravamo solo alcuni, ma il senso del percorso sinodale indetto dal Santo Padre è quello di coinvolgere tutti i battezzati. Desideriamo ardentemente che questo avvenga e vogliamo impegnarci per renderlo possibile. In questa Relazione di sintesi abbiamo raccolto gli elementi principali emersi nel dialogo, nella preghiera e nel confronto che hanno caratterizzato questi giorni. I nostri racconti personali arricchiranno questa sintesi con il tono dell’esperienza vissuta, che nessuna pagina può restituire. Potremo così testimoniarvi come siano stati ricchi i momenti di silenzio e di ascolto, di condivisione e di preghiera. Condivideremo anche che non è facile ascoltare idee diverse, senza cedere subito alla tentazione di ribattere; offrire il proprio contributo come un dono per gli altri e non come una certezza assoluta. La grazia del Signore ci ha però condotto a farlo, nonostante i nostri limiti, e questa è stata per noi una vera esperienza di sinodalità. Praticandola, l’abbiamo compresa meglio e ne abbiamo colto il valore.
Abbiamo capito, infatti, che camminare insieme come battezzati, nella diversità dei carismi, delle vocazioni, dei ministeri, è importante non solo per le nostre comunità, ma anche per il mondo. La fraternità evangelica è infatti come una lampada, che non deve essere messa sotto un moggio, ma sul candelabro perché faccia luce su tutta la casa (cfr. Mt 5,15). Il mondo ha oggi più che mai bisogno di questa testimonianza. Come discepoli di Gesù non possiamo sottrarci al compito di mostrare e trasmettere a un’umanità ferita l’amore e la tenerezza di Dio.
I lavori di questa Sessione si sono svolti seguendo la traccia offerta dall’Instrumentum laboris, che ci invitava a riflettere sui segni caratteristici di una Chiesa sinodale e sulle dinamiche di comunione, missione e partecipazione che la abitano. Il confronto sulle domande proposte ha confermato la bontà dell’impianto complessivo della traccia. Abbiamo potuto entrare nel merito delle questioni, identificare i temi bisognosi di approfondimento, avanzare un primo nucleo di proposte. Alla luce dei passi avanti compiuti, la Relazione di sintesi non riprende o ribadisce tutti i contenuti dell’Instrumentum laboris, ma rilancia quelli ritenuti prioritari. Essa non è in alcun modo un documento finale, ma uno strumento al servizio del discernimento che dovrà ancora continuare.
Il testo è strutturato in tre parti. La prima delinea “Il volto della Chiesa sinodale”, presentando i principi teologici che illuminano e fondano la sinodalità. Qui lo stile della sinodalità appare come un modo di agire e operare nella fede che nasce dalla contemplazione della Trinità e valorizza unità e varietà come ricchezza ecclesiale. La seconda parte, intitolata “Tutti discepoli, tutti missionari”, tratta di tutti coloro che sono coinvolti nella vita e nella missione della Chiesa e delle loro relazioni. In questa parte la sinodalità si presenta principalmente come cammino congiunto del Popolo di Dio e come dialogo fecondo di carismi e ministeri a servizio dell’avvento del Regno. La terza parte porta il titolo “Tessere legami, costruire comunità”. Qui la sinodalità appare principalmente come un insieme di processi e una rete di organismi che consentono lo scambio tra le Chiese e il dialogo con il mondo.
In ciascuna delle tre parti, ogni capitolo raccoglie le convergenze, le questioni da affrontare e le proposte emerse dal dialogo. Le convergenze identificano i punti fermi a cui la riflessione può guardare: sono come una mappa che consente di orientarci nel cammino e non smarrire la strada. Le questioni da affrontare raccolgono i punti su cui abbiamo riconosciuto che è necessario continuare l’approfondimento teologico, pastorale, canonico: sono come degli incroci sui quali occorre sostare, per capire meglio la direzione da prendere. Le proposte indicano invece possibili piste da percorrere: alcune sono suggerite, altre raccomandate, altre ancora richieste con più forza e determinazione.
Nei prossimi mesi le Conferenze Episcopali e le Strutture Gerarchiche delle Chiese Orientali Cattoliche, facendo da raccordo tra le Chiese locali e la Segreteria Generale del Sinodo, svolgeranno un ruolo importante per lo sviluppo della riflessione. A partire dalle convergenze raggiunte, sono chiamate a concentrarsi sulle questioni e sulle proposte più rilevanti e più urgenti, favorendone l’approfondimento teologico e pastorale e indicando le implicazioni canonistiche.
Portiamo nel cuore il desiderio, sorretto dalla speranza, che il clima di ascolto reciproco e di dialogo sincero che abbiamo sperimentato nei giorni di lavoro comune a Roma si irradi nelle nostre comunità e in tutto il mondo, a servizio della crescita del buon seme del Regno di Dio.