Finalmente

Finalmente

Tra i segnali di ripresa dopo il trauma-Covid, la riapertura della Scuola è senza dubbio il più incoraggiante. Uso volutamente il singolare rispetto a “scuole” che fa riferimento ai vari step di ogni ordine e grado, ed uso non a caso la lettera maiuscola per indicare l’istituzione che più di ogni altra rende un popolo civile. Il 15 Settembre per la nostra Regione ha un valore di solennità e, se potessi, chiederei ai parroci di suonare le campane a festa per sottolineare con gli antichi bronzi che usciamo dalla zona d’ombra di una istruzione somministrata in DAD sia pure per oggettivi motivi di sicurezza. “Finalmente!” era l’avverbio che, da scolari, segnava l’inizio delle vacanze quando si usciva liberi a bere a sorsate l’aria dell’estate alle porte, ora saluta con gioia il riaprirsi delle lezioni “in presenza”, almeno per quanto le misure di sicurezza lo consentano. Finalmente i docenti potranno leggere negli occhi degli alunni ciò che essi mai riuscirebbero a dire e i ragazzi guarderanno negli occhi gli insegnanti per percepire l’emozione con cui risalgono in cattedra. Finalmente ci sarà un tragitto da fare da casa a Scuola, come un pellegrinaggio, come un cambiare registro, come andare in Chiesa, in un tempio, con solennità, con gli abiti adatti e non in pigiama come alcuni alunni erano abituati a seguire da casa. Finalmente si creerà nuovamente il “miracolo-classe” che non è solo l’addizione dei presenti all’appello, ma un impasto di vite e di storie che vale quanto il programma dove si interagisce con gli altri compagni, con i docenti, con gli uomini del passato che in poesia o per un teorema hanno lasciato un’eco che ancora vive. Finalmente ci sarà un ordine e non una sovrapposizione tra me e l’altro, tra l’aria di casa dove sarà bello tornare a lezioni finite e il Laboratorio-Scuola dove le formule di chimica e di fisica dialogano con Leopardi e Ungaretti. Finalmente si torna a crescere (ed è come far fermentare il pane) nelle aule dove un compagno di banco può far testo per la vita e una sgomitata affettuosa può avere l’efficacia di dieci anni di psicoterapia e una confidenza del cuore può far evaporare chili d’ansia. Finalmente, con la Scuola, in mille e mille punti diversi, si aprono gli alveoli che permetteranno al corpo sociale di riprendere un respiro profondo, dove inspirare sarà portare dentro autori e compagni, docenti e il mondo di fuori, ed espirare varrà quanto una parola condivisa, quanto un verso di poesia, come un dono, qualcosa di inedito per la vita del mondo. Finalmente i genitori sottoposti ad orari stressanti con i figli davanti a pc posizionati in stanze diverse, potranno tirare un sospiro di sollievo e aprire le finestre per far entrare aria pulita in casa come dopo una sfebbrata difficile, riavranno uno spazio e un tempo tutto per loro. Finalmente i docenti non dovranno fare doppia fatica e,

stanchi di pigiare tasti, torneranno a disegnare con le mani, come ballerini, il sapere che torna ad avere sapore, torneranno a vestirsi con cura, come addetti ad una liturgia solenne, come innamorati che si apprestano ad un appuntamento. Finalmente il sapere e i saperi smetteranno di essere consumati singolarmente e torneranno ad essere fruiti insieme, seduti intorno alla mensa della cultura, la stessa dove sedeva Dante, Ariosto, Manzoni, Archimede o Pitagora, i nonni e i genitori, il Presidente Mattarella e Papa Francesco. Finalmente…

Ai bambini, ai ragazzi, ai giovani, ai docenti cui batte il cuore per questa ripresa desiderata anche dagli alunni, a tutti gli operatori dell’Istituzione Scuola, il Vescovo rivolge il suo pensiero, la sua simpatia e la sua benedizione.

 

Avellino 13 Settembre 2021

+ Arturo Aiello