A(r)miamoci e vinceremo
Con l’infuriare della pandemia c’è stato il cambio di guardia in America e in Italia. Il mondo cristiano ha celebrato la Pasqua e Papa Francesco si è recato in Iraq per annunciare la pace in uno Stato dilaniato dalle varie milizie che se ne contendono il dominio, strumentalizzando le religioni.
“Gesù in persona apparve in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Stupiti e spaventati credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse: “Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore?” (Lc 24, 35-48).
Increduli e stupefatti rimangono ancora in gran parte gli uomini del nostro tempo. Il nuovo inquilino del Campidoglio, superando qualche malcelata resistenza opposta dall’Europa dei 27, ha rilanciato l’appello di una maggiore spesa per gli armamenti. Il grande Drago (un miliardo e mezzo di abitanti) minaccia di divorare il mondo e renderlo schiavo della tirannia collettivista.
Anche il governo Draghi ha dovuto cedere: non è il Covid 19 il nemico, ma la Cina. Alle armi! Senza la collaborazione dell’Europa però sarà difficile resistere. Non basteranno i sogni ecumenici di Bergoglio a salvare la nostra civiltà. Solo l’equilibrio del terrore potrà garantire la democrazia e il benessere nel mondo.
Dopo tante tristi esperienze sarà mai possibile conciliare le ragioni della fede con quelle della geopolitica? Solo dopo 50 giorni di nascondimento e di preghiera i discepoli riuscirono a superare i loro timori. E comunque pagarono tutti con il sangue l’ardire.
Eppure sono ancora molti oggi coloro che sacrificano la loro vita per la fede e per il loro servizio di solidarietà e di pace nei vari teatri dello scontro sanguinoso dei violenti. Forse più che la Cina, l’America o la Russia il vero nemico del mondo è l’idolatria dell’io, è il mito della superiorità e della rivalità senza freni che alberga in tutti noi, e non l’umile comune ricerca del Regno di Dio e della sua giustizia.
don Gerardo Capaldo