La cattedrale dedicata all’Assunta è il tempio più importante della città e della diocesi di Avellino. Fatta costruire dal vescovo Roberto, nel 1132 i lavori terminarono nel 1166. Più volte danneggiata da vari terremoti e dalle guerre, la costruzione ha subito numerosi restauri e ampliamenti. Fino al termine del 1600 era in stile romanico, simile al duomo di Caserta medioevale. Verso il 1700 furono realizzati i soffitti a cassettone con quadri di Michele Ricciardi. Nella seconda metà del 1800 il vescovo Francesco Gallo iniziò un grande restauro e ampliamento che trasformò la cattedrale da romanica in neoclassica. L’ultimo restauro, terminato nel 1985, fu per volere del vescovo Pasquale Venezia.
La facciata, che è molto elegante e armoniosa, è di marmo bianco e grigio, alabastro e basalto, in stile neoclassico, fu realizzata dall’architetto Pasquale Cardola nel 1860 circa. Accanto al portale principale vi sono due nicchie che contengono a sinistra San Modestino da Antiochia Vescovo e Martire, patrono di Avellino, a destra San Guglielmo da Vercelli Abate, patrono primario d’Irpinia. Le tre porte sono in bronzo cesellato a mano ad opera dello scultore avellinese Giovanni Sica, di notevole interesse è il portale centrale che raffigura alcune scene della storia religiosa e civile della città e della diocesi di Avellino. La scala con balaustra in marmo bianco e alabastro è in stile tardo barocco, che risale al 1788.
L’interno è a croce latina diviso in pilastri a tre navate. Quelle laterali hanno complessivamente 10 cappelle contenenti statue e dipinti di ottima fattura. Cappelle di particolare bellezza e importanza nella navata destra sono la terza che contiene un dipinto raffigurante l’Adorazione dei Magi dipinto da Marco Pino da Siena è della fine del 1500, sempre nella stessa navata vi è l’ultima cappella che conserva un reliquiario contenente la Sacra Spina della Corona di Gesù, donato alla Cattedrale di Avellino da Carlo I° d’Angiò.
Nella navata sinistra vi è la terza cappella che custodisce il famoso simulacro ligneo di Nicola Fumo da Baronissi raffigurante l’Immacolata. Questa statua, alla quale gli avellinesi sono molto legati, viene portata in processione il 15 agosto.
I soffitti delle navate laterali contengono 10 cupolette raffiguranti scene della vita della Madonna e di Gesù, affrescate da Achille Iovine alla fine del 1800.
Il soffitto della navata centrale ha un magnifico cassettone ligneo, il cui centro contiene un dipinto che raffigura l’Assunzione in Cielo della Beata Vergine Maria, dipinto da Michele Ricciardi nel 1705.
Tra gli archi dei pilastri della navata centrale sono dipinti i profeti ed altri personaggi biblici.
Il transetto presenta due cappelle laterali quella sinistra è la “Cappella del Tesoro di San Modestino”, voluta dal Mons. Mario Picariello, ex parroco della cattedrale, nella nicchia sull’altare vi è la statua argentea del Santo contenente le sue reliquie, scolpita dal Vaccaro, ai piedi dell’altare vi sono due colonne con due reliquiari in argento che conservano i resti mortali di San Fiorentino e Flaviano (compagni di San Modestino) e di altri martiri Avellinesi.
Quella di destra è la Cappella della SS. Trinità, contenente due confessionali di legno scolpito e l’antico altare con un bassorilievo raffigurante la Santissima Trinità di Gian Domenico D’Aura ed Annibale Caccavello diretti da Giovanni da Nola, del 1560 circa.
Nella zona centrale del transetto vi è l’Altare moderno di marmo bianco. Al centro ha un’ urna contenente le reliquie di alcuni santi della Chiesa Avellinese.
Il grande abside ha a sinistra il trono episcopale di legno scolpito della fine del 1800, il coro ligneo scolpito con dieci pannelli di Clemente Tortelli da Chiari, di Brescia,che risalgono al 1500, mentre gli ultimi due pannelli sono di Erminio Trillo da Bagnoli Irpino risalenti al 1800.
Al termine dell’abside vi è il monumentale altare in marmo policromo dell’architetto bergamasco Cosimo Fanzago del 1572. Sulla volta, nella zona dell’altare vi sono statue in rilievo dei primi vescovi di Avellino, di San Silverio papa, probabilmente nato ad Avellino alla fine del 400, e di Sant’Ormisda papa padre di San Silverio. Sempre sulla volta vi sono tre affreschi di Achille Iovine che raffigurano scene della vita di San Modestino.
La sacrestia è in stile tardo barocco, vi è un altare ligneo laccato e dorato in stile rococò, sopra il quale c’è la statua lignea settecentesca raffigurante l’Immacolata Concezione.
Dalla sacrestia si accede alla sacrestia capitolare, all’archivio della cattedrale e al salone dei vescovi. La sacrestia capitolare e il salone dei vescovi conservano numerosi mobili antichi e ritratti di vari vescovi avellinesi e il famoso dipinto di San Francesco di Vincenzo Volpe del 1859.
Sotto il transetto, vi è la cripta in stile romanico, divisa in tre navate da colonne di pietra. I capitelli delle colonne appartenevano ad altri edifici paleocristiani. Le volte del soffitto contengono dipinti di Michele Ricciardi risalenti al 1700. Al termine della navata centrale vi è un altare moderno in marmo bianco.
Secondo alcuni storici originariamente la cripta era la cattedrale della “Civitas Abellini Longobarda”. In essa riposano le salme di alcuni vescovi avellinesi.
Sotto la cripta vi è l’antico sacello mortuario.
Nella cripta l’Antipapa Anacleto II incoronò solennemente Ruggiero d’Altavilla re di Napoli, di Sicilia e di Calabria e duca di Puglia, ciò avvenne il 27 settembre del 1130.
Prima del terremoto del 1980 la cripta era sede della confraternita dell’Addolorata.
Sul lato destro della cattedrale sorge il campanile, la cui base è stata costruita con pezzi di edifici romani del I° secolo a.C. Inizialmente era più basso dell’attuale e poi fu sopraelevato con cupola a cipolla.
Stefano Orga
Bibliografia:
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GAMBINO N., Guida del Duomo di Avellino, Avellino 1989, pp. 33.
SICA R., Le pitture del Duomo di Avellino, Napoli 1981, pp. 94.
ZIGARELLI G., Cenno storico della cattedrale di Avellino e poche cose di quella di Frigento, Avellino 1847, pp. 24.