Sono riportati in corsivo i nomi dei vescovi inventati o incerti e, fino alla metà del sec. XX, arbitrariamente inclusi nelle cronotassi proposte dai vari Autori che ne hanno trattato; pertanto sono numerati e riferiti in grassetto solo quelli storicamente sicuri. E’ appena il caso di far osservare che qualora vi siano vescovi innominati, comunque documentati, essi sono presentati come tali, senza escludere che possano essere identificati con i propri predecessori, se non si conosce la data della loro morte, o dei successori, se non è dato saperne la data di nomina.
I) Vescovi di Abellinum.
Le diocesi più antiche dell’Irpinia furono Abellinum, Aeclanum e Compsa; si ignorano i tempi della loro istituzione, ma sono noti i nomi di alcuni vescovi. Circa la Diocesi di Abellinum, bisogna dire che gli storici del passato si sono sbizzarriti nel fare gratuite deduzioni suggerendo i nomi di vari vescovi; ma, di tutti essi, solo due sono storicamente accertati. Anonimo: Mai esistito; sarebbe stato vescovo di Abellinum durante il sec. I, subito dopo S. Sabino considerato, erroneamente, dal Bellabona e da altri, di nomina apostolica. Fino alla metà del II secolo, infatti, non vi furono vescovi in Italia, ad eccezione di quello di Roma, cioè del Papa. Alessandro: Assegnato arbitrariamente dal Bellabona alla sede di Abellinum; ma sembra che sia stato vescovo di Forum Clodii, in Etruria. S. Modestino: Patrono di Avellino e di Mercogliano. Purtroppo mancano notizie sicure circa il suo episcopato e martirio che sarebbe avvenuto intorno al 311; quelle esistenti risalgono ad una tradizione tardiva dovuta al vescovo Ruggiero (1215-42) e risultano spesso in contrasto con i dati storici accertati.
1) Timoteo: …496-499…
Fu presente alle sedute di un sinodo indetto dal Papa Simmaco (498-514) negli anni indicati
2) S. Sabino: … 525-526 …
Patrono di Atripalda. E’ ricordato in modo eloquente in due epigrafi dell’ipogeo della Chiesa di S. Ippolisto di Atripalda ed è quasi accertato che, negli anni indicati, abbia partecipato, col Papa S. Giovanni I (523-526) ed altri vescovi, ad una missione a Costantinopoli. S. Ormisda: Papa (514- 523). S. Silverio: Papa (536-537). Nella metà del sec. XVII alcuni autori sostennero, senza alcun fondamento storico, che Ormisda e Silverio, rispettivamente padre e figlio, siano stati vescovi di Abellinum prima di essere eletti sommi pontefici; purtroppo la notizia fu ripetuta acriticamente anche da altri scrittori avellinesi, fino allo Zigarelli. Giovannicio: Per un’errata lettura di un’epigrafe tuttora esistente nella Chiesa di Santa Maria della Natività di Ajello del Sabato, la tradizione storiografica avellinese, fino alla Scandone, ha fatto di questo prete, di nome Giovanni,
morto all’età di 80 anni, un vescovo di Abellinum in carica tra il 520 e il 541, corrispondenti agli anni del suo presbiterato. La rettifica definitiva è dovuta a Don Nicola Gambino.
II) Vescovi della Diocesi di Aeclanum: (sec. IV – 535 …) e di Quintodecimo(!?):
Poiché la Diocesi di Aeclanum, poi detta Quintodecimo, fu soppressa intorno al 1060 e il suo territorio fu incorporato nella neo-istituita Diocesi di Frigento, – che a sua volta, agli inizi del sec. XVI, sarà aggregata ad Avellino – si riportano anche i nomi di alcuni vescovi di Aeclanum. Questa Diocesi, certamente istituita nel sec. IV, durò fino al sec. VI, un periodo durante il quale né fu
unita alla sede presunta di Frigento, né fu da questa sostituita. Una prova eloquente che dimostra l’inconsistenza storica del trasferimento della sede diocesana da Aeclanum a Frigento nel V secolo, come viene sostenuto dagli autori frigentini, credo che possa essere ricavata dal senso di un’importante epigrafe nella quale si fa espresso riferimento alla Sancta Ecclesia aeclanensis e ad un suo “lettore” morto nel 494. Le espressioni usate sono chiaramente riferibili soltanto ad una chiesa cattedrale e non ad una chiesa comune. Durante l’epoca longobarda viene fatto più volte riferimento alla Diocesi di Quintodecimo (nuovo nome di Aeclanum), ma non si conosce il nome di nessun vescovo; segno probabile che non sarà stata una sede plena.
1) Memorio: … (390 ? – 409 …).
Forse non fu il primo vescovo di Aeclanum, ma è certo che ricoprì tale ufficio e fu padre del più famoso Giuliano, suo successore; aveva sposato Tizia, figlia di Emilio, Vescovo di Benevento. Godette dell’amicizia di S. Agostino e di S. Paolino da Nola.
2) Giuliano: ( ? – 418).
Compare ancora come adolescente fornito di intelligenza brillante e con la carica di diacono nel 408, tanto che S. Agostino volle conoscerlo e ospitarlo a Cartagine. Fu nominato vescovo di Aeclanum da Papa Innocenzo I tra il 410 e il 416 e fu considerato subito fra i dottori della
Chiesa del suo tempo. Di animo generoso, donò tutti i suoi beni agli abitanti caduti in miseria dopo il sacco di Roma del 410 e l’invasione della Campania ad opera dei Vandali. Purtroppo aderì al movimento eretico pelagiano e papa Zosimo lo scomunicò e lo depose dalla carica nel 418. Anche S. Agostino non esitò a condannare con veemenza la posizione eretica assunta da Giuliano d’Eclano, come veniva chiamato, che, mandato in esilio, morì in Sicilia nel 455.
3) Epifanio: …435…
In quest’anno il nome di Epifanio compare in un gruppo di cinque vescovi inviati dal Papa Agapito a Costantinopoli per affrontare una controversia di natura teologica; gli altri vescovi erano Asterio di Salerno, Leone di Nola, Sabino di Canosa e Rustico di Fiesole. Una prova eloquente che dimostra l’inconsistenza storica del trasferimento della sede diocesana da Aeclanum a Frigento nel V secolo credo che possa essere ricavata dal senso di un’importante epigrafe, rinvenuta in località “Passo di Mirabella”, dove si fa espresso riferimento alla Sancta Ecclesia aeclanensis e ad un suo lettore morto nel 494. E’ chiaro che l’espressione usata è riferibile solo ad una chiesa cattedrale e non ad una chiesa comune. – Aquilonio: Senza molta convinzione, questo nome viene proposto come ipotesi in un suo scritto da Raimondo Guarino dopo averlo ricavato da un’epigrafe.
III) Vescovi di Avellino: …1053 – 1465.
Il 26 maggio 969 il Papa Giovanni XIII concesse a Landolfo I, vescovo di Benevento il titolo di arcivescovo ed elevò ad archidiocesi metropolita quella sede; Avellino compare nell’elenco delle dieci diocesi suffraganee con Quintodecimo (l’antica Aeclanum), Ariano (Irpino), Alife, Ascoli (Satriano), Bovino, Larino, Sant’Agata (dei Goti), Telese e Volturara (Apula). Non è dato
sapere, però, se in quell’anno Avellino sia stata anche sede plena, cioè se sia stato nominato subito un vescovo o meno, il quale sarebbe da considerare il primo della nuova serie dei vescovi di Avellino di cui si ignorano i nomi fino al 1053.
1) Truppualdo: … 1053 …
Documentato in un atto di donazione esistente nell’Archivio di Montevergine.
2) Goffredo: … 1059…
Con il titolo di episcopus avellanensis (legasi avellinensis) risulta presente al Concilio Lateranense di quell’anno.
3) Pietro: … +1068.
Se ne parla indirettamente perché ricordato in un atto pubblico relativo ad alcuni suoi eredi, segno che era già morto; il documento è conservato nell’Archivio di Montevergine.
4) Innominato: …1071…
Fu presente all’inaugurazione della Basilica di Montecassino che ebbe luogo il 1 ottobre del 1071.
5) Giovanni (I): …1114-1126…
Fu lui che, nel 1126, per il governo del Santuario di Montevergine, concesse a S. Guglielmo e ai suoi successori l’esenzione dalla giurisdizione dei Vescovi di Avellino creando le premesse dell’Abbazia nullius dioecesis.
6) Roberto: … 1131-1133 …
Confermò all’Abbazia di Montevergine l’esenzione precedente.
7) Vigilanzio: …1145… Il suo nome compare in un atto di donazione conservato nell’Archivio dell’Abbazia di Cava.
8) Guglielmo: …1166-1207 … Scoprì le reliquie di S. Modestino e le fece traslare nella Cattedrale di Avellino di cui portò a termine l’ampliamento, come si rilevava da un’epigrafe esistente sull’antico portale, poi rimosso; nel 1167 consacrò la Chiesa di S. Palerio a S. Martino Valle Caudina e nel 1182, con altri prelati, partecipò all’inaugurazione del Santuario di Montevergine, parimenti ampliato.
9) Ruggiero: … 1215 – + 10 aprile 1242.
Era nipote dell’Abate Pietro di Benevento e probabilmente canonico di quella cattedrale. Utilizzando la tradizione storiografica esistente, approntò una legenda di S. Modestino e compagni martiri. Ebbe una lunga vertenza con l’Arcivescovo di Salerno per i confini diocesani nel territorio serinese.
10) Giacomo: (?).
Alquanto controverso il periodo del suo episcopato reale o presunto; sarebbe stato eletto dal Capitolo della Cattedrale, ma non sarebbe stato consacrato dall’Arcivescovo metropolita di Benevento.
11) Giovanni (II): …1264-1268.
Ricordato in alcuni atti a partire dal 1264, sarebbe stato costretto a rinunciare alla carica nel 1268 per essersi messo sotto la protezione di Manfredi. Secondo il Kamp, per il quale la sede avellinese rimase vacante dal 1268 al 20 aprile 1288, Giacomo risulta presente in alcuni attestati del 1277 e 1285, ma senza apparire più come titolare di una sede vescovile. Morì nel 1288.
12) Leonardo: …1268-1277 (?)…
Vale quanto detto per Giacomo. Essendo Arcidiacono della Cattedrale di Avellino, fu eletto dal Capitolo, ma non sarebbe stato riconosciuto dall’Arcivescovo di Benevento. Si ricorda che fu un periodo storico tempestoso sia per la Chiesa che per il Regno di Napoli il cui dominio passava
dalla dinastia sveva a quella angioina.
13) Benedetto: 20 aprile 1288 – +1294.
Dal 1282 era vescovo di Bisaccia; fu traslato ad Avellino il 20 aprile 1288 e, dietro espressa richiesta del papa Niccolò IV, oltre a raggiungere un accordo con la Congregazione di Montevergine in merito alla questione delle rispettive giurisdizioni, svolse alcuni compiti
delicati, quali una vertenza tra l’Arcivescovo di Salerno e i Frati Francescani locali; morì nel 1294.
14) Francesco: 8 aprile 1295 – +1310.
Apparteneva all’Ordine dei Frati Minori Francescani; dopo essere stato Vescovo di Terracina dal 28 agosto 1273, fu traslato ad Avellino l’8 aprile del 1295. Anche lui dovette affrontare e sopire le discordie tra la Curia di Avellino e i Verginiani; dopo aver fatto, per ordine di ClementeV, un’indagine laboriosa sul comportamento dei Templari operanti in Italia meridionale, morì nel 1310.
15) Nicola (I): 15 febbraio1311 – 1324.
Appartenente all’Ordine domenicano, era stato eletto da poco Vescovo titolare di Butrinto, in Epiro, quando fu chiamato ad Avellino dove sarebbe rimasto fino al 1324; non ci sono altre notizie in
merito a questo vescovo.
16) Goffredo da Tufo: 1325-1326.
Eletto vescovo di Avellino agli inizi del 1325, vi rimase solo un anno perché fu quasi subito trasferito alla sede di Tricarico, dove morì nel 1348..
17) Natimbene: 21 febbraio 1326 – 1333.
Apparteneva all’Ordine di S. Agostino; eletto vescovo di Avellino, fu regio consigliere e familiare di Roberto d’Angiò, Re di Napoli (1309-43). Riaprì la vertenza con i Verginiani e impose un nuovo accordo; tra il 1633 e gli inizi dell’anno seguente fu trasferito alla Diocesi di Trivento, dove morì nel 1344.
18) Nicola (II): 17 giugno 1334 – +1350.
Domenicano, già Vescovo di Caminitza, nel Peloponneso; nel 1338 fu presente a Benevento per una ricognizione delle reliquie di S. Bartolomeo. Morì nel 1350.
19) Raimondo: 27 giugno 1351 – +1363.
Appartenente all’Ordine dei Frati Minori Francescani; con lui iniziò la vertenza circa la dipendenza o meno della Chiesa di S. Ippolisto dal Capitolo della Cattedrale di Avellino. Sembra che sia morto nel 1363. – Alberto Albertini: Sacerdote originario di Nola; è stato un errore di alcuni autori averlo inserito nell’elenco dei Vescovi di Avellino.
20) Nicola (III): 16 ottobre 1363 – +1391.
Nativo di (Sorbo) Serpico e appartenente all’Ordine dei Frati Minori Francescani, fu nominato vescovo di Avellino nel 1363. Assistette inerme alle sopraffazioni di una banda di briganti
che assalì Avellino tra il 1373 e il 1374; rimase coinvolto nelle vicissitudini dello Scisma d’Occidente pur parteggiando per il papa legittimo Urbano VI (Bartolomeo Prignano, di Napoli). Morì nel 1391.
21) Matteo: di S. Mango, 1° marzo1391 – +1422 o 1423.
Era rettore della Chiesa di Santa Maria in San Mango sul Calore, quando fu nominato Vescovo di Avellino. Usò una grande prudenza nell’affrontare la questione della Chiesa di S. Ippolisto di cui gli Atripaldesi reclamavano la piena autonomia dal Capitolo cattedrale di Avellino; morì tra il 1422 e il 1423.
22) Francesco Palombo: 25 ottobre 1423 – 12 dicembre 1431.
Era già Abate di S. Benedetto di Avellino quando fu nominato Vescovo di Avellino da Martino V; ebbe alcuni contrasti con i frati del monastero di provenienza; forse proprio per questo fu trasferito alla sede di Melfi dove morì nel 1437.
23) Fuccio: 10 febbraio 1432 – +1465.
Era canonico della Cattedrale di Melfi quando fu eletto Vescovo di Avellino; ebbe un lungo episcopato non privo di eventi turbinosi quali l’assassinio di Ser Gianni Caracciolo, Conte di Avellino, il passaggio dagli Angioini agli Aragonesi sul trono di Napoli, la inveterata vertenza per l’autonomia della Chiesa di S. Ippolisto, la soppressione del Monastero di S. Benedetto, il sisma del 1456 che colpì buona parte del Meridione d’Italia. E’ certo che morì nel 1465.
IV) Vescovi della Diocesi di Frigento (Sec. V-IX); 1061-1465; 1465-1528.
A questo punto è necessario fare un breve riferimento ad una questione aperta dagli storici frigentini secondo i quali, a seguito della vicenda di Giuliano, Frigento sarebbe stata scelta come sede diocesana in sostituzione di Aeclanum già nel V secolo; qualcuno ritiene addirittura che sarebbe stata già sede vescovile alla quale fu aggregato il territorio diocesano di Aeclanum dopo la soppressione fatta per punizione. Ne sarebbe stato primo vescovo Marciano, il quale, eletto nel 441 da papa Leone Magno, sarebbe morto in concetto di santità nel 496. Le sue sacre reliquie, nel 839, per ordine del principe Sicario, sarebbero state fatte trasferire a Benevento. San Marciano viene festeggiato quale Patrono di Frigento alla data del 14 luglio. Non vi sono prove storiche serie per accogliere le tesi degli storici frigentini; tuttavia resta inteso che la diocesi di Frigento risulta presente fra le suffraganee dell’Archidiocesi di Benevento sin dal 1061 e che le perplessità esposte non riguardano l’esistenza di un San Marciano, che potrebbe essere stato anche vescovo (probabilmente di Aeca, l’odierna Troia), ma soltanto l’esistenza della diocesi di Frigento nel V secolo. Il culto di questo santo, infatti, è sicuramente presente nel territorio sin dall’alto Medio Evo visto che risulta esistente presso una Chiesa dedicata proprio a lui in un documento dell’Abbazia di S. Vincenzo al Volturno risalente al l 754. – S. Marciano: (441-496). Si rinvia a quanto già detto sopra. – Girolamo D’Arce: (sec. V). Alcuni imprecisati “antichi registri vaticani” sarebbero la fonte di questa notizia che, per ovvi motivi, non può essere considerata storica, anche perché questo vescovo sarebbe stato addirittura predecessore dello stesso S. Marciano. – G.: (817-818). Un “G. Episcopus frequentinus” sarebbe stato presente ad un sinodo tenuto a Nola.
1) Innominato: …1061…
Nel concilio provinciale di Benevento di quest’anno, tenuto dall’Arcivescovo Uldarico, era presente anche un Episcopus Frequentinensis; purtroppo non ne viene precisato il nome.
2) Engellino: …1082…
Fu presente ad una donazione fatta per la SS. Trinità di Venosa, ma è documentato solo per quest’anno.
3) Giovanni (I): … 1114 …
Presenzia all’atto di donazione di due chiese di Mirabella (S. Ermolao e S. Pantaleone) a favore dell’Abbazia di Cava.
4) Innominato: …1119….
Fu presente alla traslazione delle reliquie di alcuni Santi, tra cui quelle di S. Marciano, avvenuta il 17 maggio di quest’anno nella chiesa cattedrale di Benevento.
5) Giovanni (II): … 1140-1145.
Presente al rinvenimento del corpo di S. Prisco tra i ruderi di Quintodecimo nel 1140 e alle donazioni, fatte da Guglielmo Gesualdo, delle chiese di S. Croce di Frigento nel 1142 e di S. Quirico di Paternopoli nel 1145 a favore dell’Ordine cavense.
6) Martino (I): …1146-1150…
Il nome di questo vescovo si ricava in particolare da una lamina incastonata sulla statua di S. Marciano della Chiesa madre di Taurasi consacrata nel 1150.
7) Giacquinto: …1170-1182… Nativo di Anagni. Come Vescovo di Frigento fu presente al Concilio Lateranense del 1179 e, ma senza essere espressamente nominato, alla consacrazione della nuova Chiesa di Montevergine nel 1182.
8) Agapito: …1183-1197…
Era monaco cavense; risulta presente in varie azioni documentate tra gli anni indicati. Tra l’altro fece la donazione di due chiese di Taurasi (S. Barbato e S. Cataldo) a favore della sua Congregazione di provenienza. – (Ugolino: 1185-1190). Riportato da qualcuno negli anni indicati risulterebbe coevo del vescovo precedente; il che non è conciliabile. Probabilmente è stato
confuso con Engellino – chiamato anche Ugellino – di cui si è già parlato per il 1082.
9) Martino (II): …1200…
Non vi sono notizie circa questo vescovo del quale è
stato tramandato solo il nome.
10) Innominato:
Fu presente al Concilio Lateranense del novembre 1215.
11) Giovanni (III): … 1234.
Proposto dalla tradizione storiografica locale per quest’anno, come ultimo del suo episcopato, apparentemente abbastanza lungo, sarebbe il primo di una serie di quattro vescovi, tutti aventi, curiosamente, il nome di Giovanni.
12) Giovanni (IV): …1234 – 1239.
Figlio di Giacomo, giudice di Frigento, ed egli stesso giudice, si fece nominare, prima, suddiacono e, in seguito, canonico della Cattedrale; quindi fu eletto vescovo dal popolo; ma non fu mai
riconosciuto dalle Autorità romane che presero provvedimenti definitivi contrari alla nomina nel 1239. Per alcune notizie pubblicate dall’Eubel e dal Kamp, è stato possibile stabilire una vacanza delle sede nel marzo del 1239 e la successione di due altri vescovi, aventi, come anticipato, pure il nome di Giovanni.
13) Giovanni (V): 1239-1252.
Il 21 maggio del 1239 il Papa Gregorio IX, non confermando la elezione del predecessore Giovanni, provvide alla nomina di questo vescovo che terminerà i suoi giorni nel 1252.
14) Giovanni (VI): 1252-1254.
Era arciprete di Benevento quando il Papa Innocenzo IV, l’8 settembre 1252, autorizzò l’Arcivescovo di Benevento Ugolino ad eleggerlo alla cattedra di Frigento se lo avesse ritenuto all’altezza del compito.
15) Giacomo (I) di Aquaputida: 3 novembre 1254 – 4 febbraio 1256.
Era nativo di Aquaputida, vale a dire l’attuale Mirabella Eclano. Dopo essere stato eletto, furaccomandato dal papa all’arcivescovo di Benevento Romano Capodiferro affinché lo consacrasse. Restò in carica poco più di un anno perché fu costretto ad esulare in Sicilia a causa della lotta tra i seguaci di Manfredi e quelli del Papa a favore del quale si era dichiarato il Vescovo di Frigento. Il Papa lo raccomandò al Vescovo di Siracusa
16) B. : 1256-1258…
Se ne conosce solo l’iniziale del nome. Nel 1258 questo Vescovo ebbe da parte di Manfredi (forse captatio benevolentiae) il titolo di Conte di Quintodecimo, che poi fu tramandato ai Vescovi di Avellino e Frigento.
17) I. : 1 maggio 1261.
Questo vescovo di cui è dato conoscere solo la lettera iniziale partecipò alla consacrazione della Chiesa di Materdomini di Nocera.Durante la lotta tra i seguaci degli Svevi e l’esercito papalino ci fu una grande confusione per cui si sa ben poco di quel periodo. E’ certo solo che tra il 1272 e il 1273 la sede era vacante.
18) Innominato: …1294-1302.
Non si esclude che possa essere identificato con il suo successore.
19) Gentile: …1302-1307.
Gentile era nativo della stessa Frigento e compare presente in più atti, soprattutto per l’anno 1302. Fu protetto anche dal Re Carlo II d’Angiò.
20) Ruggero d’Arminio Monforte: 18 aprile 1307 – luglio 1319.
Appartenente alla nobile ed antica famiglia di Avellino, fu eletto vescovo di Frigento dal popolo che lo preferì a Nicola, allora arcidiacono della cattedrale. Fu regolarmente confermato e consacrato, come da breve pontificio indirizzato dal Papa al Vescovo di Boiano. Morì assassinato per mano di Ruggero di Bonito, cavaliere della Diocesi di Ariano.
21) Nicola (I): …1334-1342;
Come detto prima, era l’arcidiacono della cattedrale quando fu in competizione con il suo predecessore. Gli si riconosce il merito di aver fondato il monastero dei Celestini a Gesualdo. Morì il 1342.
22) Pietro: 1342-1348.
Era canonico e notaio del Capitolo della Cattedrale di Benevento quando fu eletto Vescovo di Frigento, come risulta da un atto del 24 gennaio 1343. Resse la Diocesi fino al 1348.
23) Cristiano: 1348.
Era già vescovo di Civitate, in Capitanata, quando fu trasferito alla sede di Frigento, dove, però, morì lo stesso anno.
24) Eustachio: 10 dicembre 1348 – 1369.
Figlio del nobile Nicolai della Riccia (Campobasso), era appartenente all’Ordine degli Eremitani di S. Agostino. Il 15 febbraio 1350 era presente all’aggregazione della chiesa di S. Pietro di Sala di Montefusco alla Cappella di S. Bartolomeo, poi diventata collegiata. Governò ladiocesi fino alla morte. A Frigento fece costruire la chiesa di S. Pietro.
25) Giacomo (II): 16 gennaio 1370 – 1374.
Appartenente ad un ordine religioso, era già vescovo di Ariano quando fu trasferito alla sede di Frigento; qui rimase in carica fino al 1374 perché fu presente ad un Concilio provinciale di Benevento presieduto dal metropolita Ugone.
26) Nicola (II): 1374-1398.
Proveniva dalla Diocesi di Sorrento; fece costruire una chiesa in onore di S. Antonio, poi andata completamente distrutta.
27) Marciano: 1398-1405.
Da qualcuno detto Martino, resse la diocesi per un settennio, fino alla morte. Incorse in una censura ecclesiastica per non aver versato delle imposte.
28) Giovanni Caracciolo: 27 aprile 1405 – 1424.
Discendente dalla nobile famiglia napoletana e fratello del più noto cardinale Corrado Caracciolo, era canonico della Cattedrale di Napoli quando fu eletto alla sede frigentina. Fece costruire la Chiesa di S. Giovanni a Frigento. Dotto giureconsulto e incaricato presso vari uffici, si trovava a Roma quando morì nel 1424.
29) Gaspare: 16 agosto 1424 – 1455.
Monaco benedettino e abate del monastero di
S. Eremo di Montesterile, in diocesi di Perugia. Dopo aver rinunciato alla sede di Foligno, accettò la nomina per quella di Frigento. Morì in sede.
30) Battista de Ventura: 12 settembre 1455-1465; +1492.
Canonico napoletano fu eletto vescovo di Frigento. Il 10 maggio 1465, a seguito della morte di Fuccio, ebbe anche la nomina di Vescovo di Avellino per cui le sedi diocesane furono unite aeque principaliter. Per altre notizie su questo vescovo di Frigento e due suoi successori si rinvia al paragrafo seguente riguardante le sedi di Avellino e Frigento.
31) Gabriele Setario: … 1510 … ;
32) Arcangelo Madrigano: 1520-1528.
V) Vescovi di Avellino e Frigento (1465-1544):
26) Battista de Ventura: 9 maggio 1465 – 1492 .
Era già Vescovo di Frigento da
dieci anni quando fu nominato Vescovo di Avellino con bolla pontificia del 10 maggio 1465; con bolla successiva del 20 maggio le due sedi diocesane furono unificate sotto lo stesso vescovo. Si ricorda solo che fece restaurare il Palazzo vescovile rimasto gravemente danneggiato per il terremoto del 1456 e che morì nel 1492.
27) Antonio De Pirro: 8 ottobre 1492 – 1503.
Da Castellaneta, dove era stato nominato sin dal 1477, questo vescovo fu traslato alla sede di Avellino e Frigento; giureconsulto stimato, egli ebbe dal Re di Napoli Federico d’Aragona l’incarico di ambasciatore in Ungheria e, poi, quando il Re fu deposto il 2 agosto del 1501, lo seguì come cappellano di corte in Francia, dove morì tra il 1502 e il 1503.
28) Antonio De Caro: 1503 – 27 ottobre 1507.
Nato a Bari intorno al 1449 fu nominato Vescovo di Avellino e Frigento nel 1503. Previo probabile accordo con il Vescovo di Nardò, Gabriele Setario, chiese ed ottenne, il 27 ottobre del 1507, di essere trasferito nella famosa sede salentina, dove morì nel 1517.
29) Gabriele Setario: 1507-1510.
Alla stessa data della traslazione del vescovo predecessore, Gabriele Setario passò alla sede di Avellino e Frigento. Nel 1510 preferì ritenere la sola Diocesi di Frigento e rinunciò ad Avellino che venne contemporaneamente assegnata al nipote Giovan Francesco Setario; il patto fu che, alla morte di uno dei due, le due diocesi sarebbero ritornate sotto il governo del vescovo superstite. Morto Gabriele, infatti, probabilmente agli inizi del 1510, anche la Diocesi di Frigento venne assegnata a Giovanni Francesco Setario.
30) Giovanni Francesco Setario: 11 gennaio 1511 – 1516.
Governò la sede di Avellino e Frigento per solo sei anni perché morì nel 1516.
31) Arcangelo Madrignano: 18 agosto 1516 – 28 marzo 1520.
Era milanese e fu nominato Vescovo di Avellino e Frigento il 18 agosto del 1516. Con lui si verificò un caso analogo a quello dei due predecessori. Dopo aver partecipato al Concilio Lateranense del 1518, convocato per la guerra contro i Turchi, ritenne per sé la sola Diocesi di Frigento e per quella di Avellino fece nominare Silvio Medaglia.
32) Silvio Messaglia: 28 marzo 1520 – 1544.
Religioso cistercense di Chiaravalle
Milanese. Il 28 marzo 1520 fu nominato Vescovo di Avellino per volere di Arcangelo Madrignano che vi aveva rinunciato; morto quest’ultimo quale Vescovo di Frigento, egli riunificò sotto il suo governo le due diocesi, cosa che durò fino alla sua morte avvenuta nel 1544. Nel 1528, dopo una lunga permanenza a Roma, entrò nel Vicereame a seguito di Lautrec; sorpreso a pranzo con alcuni ufficiali francesi, fu fatto prigioniero da una banda di soldati spagnoli che lo liberarono solo dietro il pagamento di un forte riscatto. La unione aeque principaliter delle due Diocesi di Avellino e Frigento era ormai un fatto irreversibile e durò fino al 1818 quando la seconda fu definitivamente soppressa.
VI) Vescovi di Avellino e Frigento: 1544 – 1818:
33) Geronimo Albertini: 19 gennaio 1545 – 1548.
Nato a Nola nel 1492 da una famiglia cospicua, ebbe la nomina con bolla di Papa Paolo III del 19 gennaio 1545. Eppure, come annota lo Scandone, “non apparteneva al clero né secolare, né regolare. Vedovo, di costumi illibati, aveva figliuoli e figliuole; esercitava a Napoli l’ufficio altissimo di Presidente della Regia Camera della Sommaria”. Caso unico, non solo perché era un laico, ma anche perché non fu mai consacrato, rimase semplicemente “un vescovo eletto”, molto probabilmente al fine di trasmettere al proprio nipote la successione alla stessa carica alla quale rinunciò alla fine del 1548.
34) Ascanio Albertini: 10 maggio 1549 – 1580.
Fu nominato con bolla del Papa Paolo III e sollecitamente consacrato; preso possesso delle due diocesi unite cominciò a svolgere un’intensa attività pastorale tanto da poterlo fare considerare uno dei migliori vescovi della serie: si prodigò per l’erezione del Seminario vescovile già nel 1567, favorì l’apertura delle Case degli Agostiniani, dei Cappuccini e degli stessi Verginiani e fece restaurare la Cattedrale; si premurò, infine, di ottenere l’imprimatur per la pubblicazione dell’Ufficio di S. Modestino, anche se l’opera non si realizzò per la sua morte sopravvenuta nel 1580.
35) Pietrantonio Vicedomini: 4 novembre 1580 – 1591.
Già eletto Vescovo di S.Angelo dei Lombardi nel 1574, fu trasferito alla sede di Avellino nel 1580. Viene ricordato per avere definitivamente risolto la secolare vertenza relativa all’autonomia della Chiesa di Sant’Ippolisto la quale, liberata dalla pretesa giurisdizione del Capitolo della Cattedrale di Avellino, passava sotto il giuspatronato dell’Università di Atripalda che si impegnava a restaurarle ed ampliarla oltre a garantirne la manutenzione. Rinunciò all’ufficio per motivi di salute nel 1591.
36) Fulvio Passerini: 21 giugno 1591 – 19 aprile 1599.
Nato a Cortona intorno al 1549, fu eletto vescovo di Avellino quando era ancora diacono, ma già laureato in utroque jure e autore di un importante manuale giuridico. Tra i suoi meriti va ricordata la costituzione di una Collegiata nella Chiesa di S. Ippolisto di Atripalda. Trasferito alla sede di Pistoia nel 1599, vi morì l’11 dicembre dello stesso anno.
37) Tommaso Vannini: 21 maggio 1599 – 5 maggio 1609.
Nato a Cortona, come il predecessore, intorno al 1544, era pure lui laureato, non solo in utroque jure, ma anche in Teologia. In Avellino favorì sia il monastero femminile del Carmine che la costruzione del Convento dei Domenicani, dedicato all’Annunziata. Morì in sede alla data indicata.
38) Muzio Cinquini: 10 giugno 1609 – 15 dicembre 1625.
Nato a Roma verso il 1556, si laureò in diritto canonico e civile; era Canonico della Basilica Liberiana quando fu nominato Vescovo di Avellino e Frigento. Come dice il Mongelli, “nel suo governo pastorale, favorì gli ordini religiosi di Avellino aiutando la ricostruzione del convento di S. Francesco, il restauro di quello dei Cappuccini, e il monastero dei Verginiani. Affidò ai Fatebenefratelli l’ospedale della città. Promosse il culto di S. Sabino, dopo aver eseguito una ricognizione canonica delle sacre reliquie che si conservano nell’ipogeo della chiesa di S. Ippolisto di Atripalda”. Rinunciò alla sede il 15 dicembre 1625 e morì in Roma il 10 aprile 1627.
39) Bartolomeo Giustiniani: 9 febbraio 1626 – 24 aprile 1653.
Nato nell’isola di Scio il 15 novembre 1585 da famiglia patrizia genovese, studiò a Roma alla Sapienza. Ebbe rapporti difficili con tutti, autorità civili e Ordini religiosi, e ricorse spesso all’arma della scomunica. Promosse opportune riparazioni alla Cattedrale di Avellino e fece restaurare l’episcopio nonché le specus martyrum nell’ipogeo di S. Ippolisto. Morì in Avellino.
40) Lorenzo Pollicini: 10 novembre 1653 – 7 luglio 1656.
Nato a Bologna il 9 agosto 1603 e laureato in utroque jure, dopo essere diventato canonico della cattedrale di Bologna, fu nominato avvocato della Sacra Rota e Vicario apostolico della Badia di Nonantola. Nominato vescovo di Avellino e Frigento si mise subito d’impegno per migliorare i costumi del clero. Favorì il Conservatorio dell’Immacolata Concezione fondato dai fratelli Imbimbo. Si prodigò a favore degli appestati del 1656 e ne rimase contagiato; morì il 7luglio di quel terribile anno.
41) Tommaso Brancaccio: 16 ottobre 1656 – 19 agosto 1669.
Nato a Napoli nel 1626 da un ramo della antica e nobile famiglia, in cui non mancarono affatto i prelati, quando fu promosso vescovo di Avellino venne subito in contrasto con i rappresentanti delle autorità civili; sono comunque rimaste lodevoli le sue iniziative in merito ai tre sinodi che indisse durante il periodo del suo episcopato. Trasferito alla sede di Nardò, vi morì il 29 aprile 1677.
42) Gio: Battista Lanfranchi: 30 giugno 1670 – 3 gennaio 1673.
Napoletano di origine, era entrato nell’Ordine dei Teatini. Nominato vescovo, anche lui avvertì il bisogno di celebrare due sinodi anche se il suo episcopato fu breve; morì il 3 gennaio 1673.
43) Carlo Pellegrini: 13 marzo 1673 – 6 maggio 1678.
Nato a Castrovillari (Cosenza) nel 1614, si era laureato in utroque jure per cui fu nominato vicario generale in alcune diocesi; fu anche docente di Teologia e coltivò gli studi pubblicando più di un’opera. Da vescovo di Avellino e Frigento celebrò due sinodi; morì ad Avellino agli inizi di maggio del 1678.
44) Francesco Scannagatta: 12 giugno 1679 – 18 marzo 1700.
Nato a Dongo (Como) nel 1633, si laureò in sacra teologia e in utroque jure. Dopo aver svolto alcuni incarichi di prestigio, fu nominato vescovo di Avellino e Frigento. Il suo episcopato fu denso di attività tanto che tenne ben dodici sinodi e restaurò sia la cattedrale che altre chiese della diocesi. Morì il 18 marzo del 1700 dopo aver fatto un lascito di circa 15 mila ducati a favore dei poveri e delle opere pie.
45) Emanuele Cicatelli: 28 maggio 1700 – 17 dicembre 1703.
Era nato a S. Antimo (Napoli) il 15 febbraio 1651; ordinato sacerdote e laureatosi sia in utroque jure che in sacra teologia, fu predicatore di grido e si dedicò all’insegnamento universitario. Era canonico della Cattedrale di Napoli quando fu nominato Vescovo di Avellino, ma il suo episcopato durò troppo poco perché morì alla fine del 1703.
46) Pietro Alessandro Procaccini: 15 dicembre 1704 – 9 giugno 1722.
Di origine abruzzese era nato il 22 luglio 1656. Ordinato sacerdote e laureatosi in utroque jure e in sacra teologia, fu subito prescelto quale vicario generale, prima a Penne, e poi in altre diocesi. Fu nominato vescovo di Ripatransone nel 1695 da dove fu trasferito ad Avellino. Fu molto attivo, tanto che celebrò ben 15 sinodi per migliorare i costumi del clero; provvide anche al restauro del seminario vescovile e di alcune chiese. Morì in sede.
47) Francesco Antonio Finy: 6 luglio 1722 – 20 dicembre 1724.
Nacque a Minervino il 6 maggio 1669; ordinato sacerdote nel 1692, fu nominato vescovo di Avellino e Frigento nel luglio del 1722; fu consacrato l’anno successivo dall’Arcivescovo di Benevento, il card. Vincenzo Maria Orsini. Rinunciò alla sede nel 1724 perché fu nominato vescovo metropolita di Damasco; non senza motivo il 9 dicembre 1726, lo stesso Orsini, diventato papa Benedetto XIII, lo nominò cardinale. In questa veste non si dimenticò della sede di Avellino perché, oltre a donare un artistico e ricco calice, contribuì alle spese per la riparazione della
Cattedrale dopo il terremoto del 1732.
48) Cherubino Tommaso Nobilione: 31 luglio 1726 – 9 dicembre 1726.
Non prese mai possesso della sede perché fece uno scambio con Gio: Paolo Torti Rogadei, Vescovo di Andria, che passava ad Avellino. Il Nobilione era nato a Sorrento il 22 novembre 1668; entrato nell’Ordine dei Domenicani e ordinato sacerdote nel 1692, dopo la nomina e la consacrazione vescovile, prese direttamente possesso di Andria dove rimase fino al 1743 quando rinunciò per ritirarsi a Napoli dove morì nel 1757.
49) Giovanni Paolo Torti Rogadei: 9 dicembre 1726 – 19 agosto 1742.
Era nato ad Ospedaletto d’Alpinolo il 22 aprile 1668; entrato nella Congregazione dei Verginiani, ricevette l’ordinazione sacerdotale nel 1692. Dopo essere stato lettore di filosofia e teologia nei vari monasteri dell’Ordine, nel 1702 fu eletto Abate generale di Montevergine. Nel 1718 fu nominato Vescovo di Andria da dove chiese ed ottenne di essere trasferito ad Avellino. Ebbe cura di riordinare l’amministrazione dei beni delle chiese della diocesi e contribuì ai restauri della cattedrale. Morì nel 1642 e fu sepolto nel Santuario di Montevergine.
50) Antonio Maria Carafa: 24 settembre 1742 – 4 maggio 1745.
Era nato a Somma Vesuviana il 1° gennaio 1682; entrato nell’Ordine dei Teatini, fu ordinato nel 1706. Nominato vescovo di Avellino e Frigento, oltre alla celebrazione di un sinodo, ebbe cura soprattutto del Seminario e della Cattedrale. Morì a Napoli il maggio 1745 e fu sepolto nella Chiesa di S. Paolo Maggiore.
51) Felice Leone: 19 luglio 1745 – 9 luglio 1754.
Era nato a Giovinazzo il 14 luglio 1677; entrato nell’Ordine degli Agostiniani, fu ordinato il 26 luglio 1700. Era Padre generale del suo Ordine quando ebbe la nomina a vescovo di Avellino e Frigento. Non senza motivo favorì a suo spese la ricostruzione del convento degli Agostiniani in Avellino, dove poi stabilì di essere sepolto. Con provvedimento del 7 giugno 1753 ridusse il numero delle parrocchie di Avellino da 10 a 3, vale a dire: la Cattedrale, S. Maria di Costantinopoli e la SS. Trinità. Nel 1748 promosse un sinodo con sedute distinte in Avellino e a Frigento non mancando di pubblicarne gli atti apparsi l’anno dopo. Morì ad Ischia dove si trovava per cure.
52) Benedetto Latilla: 16 dicembre 1754 – 29 febbraio 1760.
Nacque a Napoli il 20 giugno 1710; entrato tra i Canonici Regolari Lateranensi, ebbe l’ordinazione nel 1733 divenendo, successivamente, Abate generale. Molto apprezzato negli ambienti della corte di Carlo III di Borbone, fu docente di Teologia presso l’Università di Napoli. Ad Avellino fece ricostruire la Chiesa di S. Maria di Costantinopoli ed istituì alcuni Monti frumentari. Rinunciò alla sede, ma fu comunque promosso arcivescovo titolare di Mira, in Licia. Morì a Napoli il 28 dicembre 1767 senza dimenticarsi di Avellino alla cui mensa vescovile lasciò 3.000 ducati a scopo di beneficenza.
53) Gioacchino Martinez: 21 aprile 1760 – 21 febbraio 1782.
Nato a Sant’Angelo a Fasanella (Salerno) il 23 febbraio 1708, era stato vicario generale in varie diocesi prima di essere nominato vescovo di Avellino e Frigento. Tra i sui meriti si ricordano la creazione della piazza davanti al Duomo con la costruzione della scalinata, l’ampliamento del Seminario e dell’episcopio e, soprattutto, le opere di carità durante la carestia del 1764 alla quale fece seguito una terribile epidemia. Procedette anche all’incoronazione dell’Immagine di S. Maria di Costantinopoli. Morì a Napoli dove era andato per cure.
54) Sebastiano De Rosa: 26 marzo 1792 – 14 maggio 1810.
Nato ad Arzano il 25 gennaio 1729, fu ordinato sacerdote nel 1752 dopo essersi laureato in utroque jure. Il 13 novembre 1775 era stato nominato vescovo di Ischia da dove fu trasferito ad Avellino, sede bisognosa di cure particolari perché rimasta vacante per ben dieci anni. Si trovò a vivere il triste periodo della Rivoluzione Napoletana del 1799, della successiva restaurazione, del terremoto del 1805 e della prima parte del Decennio napoleonico con le note riforme, ivi comprese la soppressione di alcuni ordini religiosi e l’appropriazione dei beni della Chiesa da parte dello Stato. Morì in sede il 14 maggio 1810.
VII) Vescovi di Avellino: 1818-2002 …
Col Concordato tra la Santa Sede e il Regno di Napoli del 27 giugno 1818, la Diocesi di Frigento fu definitivamente soppressa e il l’intero suo territorio fu assegnato alla Diocesi di Avellino.
55) Domenico Novi Ciavarria: 6 aprile 1818 – 4 maggio 1841.
Nato a Napoli il 24 novembre 1764 ed ivi ordinato sacerdote il 20 dicembre 1788, fu nominato e consacrato Vescovo di Avellino e Frigento nell’aprile del 1818. I moti del 1820-21 certamente non favorirono la sua azione episcopale. Tra gli episodi di rilievo si ricorda soltanto la benedizione del cimitero di Avellino avvenuta il 4 dicembre 1838. Morì a Napoli nel 1841.
56) Giuseppe Palma: 3 aprile 1843 – 12 ottobre 1843.
Nato a Vieste (Foggia) il 24 giugno 1774, vestì presto l’abito dei Padri Carmelitani venendo ordinato il 22 settembre 1798; fu eletto anche Procuratore generale del suo Ordine. Appena nominato Vescovo di Avellino, diede subito prova della sua alacrità; purtroppo era di salute cagionevole e se ne morì lo stesso anno mentre si trovava a Frigento.
57) Giuseppe Maria Maniscalco: 17 giugno 1844 – 17 aprile 1854.
Nacque ad Alessandria della Rocca (Agrigento) il 2 giugno 1783; vestì l’abito dei Frati Minori e fu ordinato il 7 giugno 1807. Nominato Vescovo di Avellino, si diede da fare per portare subito a termine i lavori di restauro della Cattedrale che fu riaperta al culto il 22 giugno 1845. Si mostrò abbastanza attivo durante tutto il suo episcopato e, tra l’altro, favorì la presenza in Avellino della Figlie della Carità di S. Vincenzo de’ Paoli presso l’Ospedale di Avellino. Nel 1854 fu trasferito alla sede di Caltagirone dove morì il 10 aprile 1855.
58) Francesco Gallo: 23 marzo 1855 – 16 settembre 1896.
Nato a Torre Annunziata il 2 febbraio 1810, fu ordinato sacerdote il 15 marzo 1834. Trovatosi a governare la diocesi in pieno periodo risorgimentale il suo episcopato fu uno dei più contrastati da parte delle Autorità civili che non esitarono ad arrestarlo e a mandarlo in esilio a Torino dove rimase dal 1861 al 1866. Ciò nonostante, riuscì anche ad essere molto attivo e a guadagnarsi giustamente dei meriti: portò a termine definitivamente tutti i lavori ancora sospesi della Cattedrale, favorì l’istituzione del Convento delle Suore Stigmatine ospitandole nell’edificio di Monserrato e promosse molte opere di assistenza e di carità. Per i suoi meriti Papa Leone XIII gli concesse l’uso personale del pallio.
59) Serafino Angelini: 30 novembre 1896 – 4 febbraio 1908.
Nato a Carsoli (L’Aquila) il 30 agosto 1848, fu ordinato sacerdote il 21 marzo 1874. Era rettore del Seminario dei Marsi, nonché docente di teologia dogmatica e morale quando fu nominato vescovo di Anglona e Tursi nel giugno del 1893. Tre anni dopo fu trasferito ad Avellino dove si distinte per aver favorito la catechesi e l’associazionismo dei cattolici; fece in modo che le “Dame di Carità” operassero in Avellino e iniziò la pubblicazione del “Bollettino mensile della Curia vescovile di Avellino”. Morì in sede alla data indicata.
60) Giuseppe Padula: … febbraio 1908 – 18 novembre 1928.
Nacque a Potenza il 22 marzo 1842 e, ancor giovane, consegui la laurea in sacra teologia; fu docente di filosofia e teologia nel Seminario di Anglona e Tursi per trent’anni. Nel marzo del 1898 fu nominato Vescovo di Bovino da dove fu trasferito ad Avellino. Qui si distinse per la sua cultura, il suo insegnamento e la modestia. Aveva già rinunciato all’episcopato per motivi di salute quando fu colto dalla morte.
61) Francesco Petronelli: 18 gennaio 1928 – 25 maggio 1939.
Era nato a Lecce il 26 luglio 1880. Durante il suo governo della diocesi si mostrò attento e mai disponibile a cedere determinate prerogative proprie della Chiesa, quali l’educazione, l’istruzione e l’associazionismo dei giovani cattolici, che venivano continuamente contrastate dalle Autorità civili. Nel 1930-31 promosse un Congresso Eucaristico Diocesano e nel 1838 un Congresso Catechistico che ebbe un certo successo. Trasferito all’Archidiocesi di Trani, morì in questa sede nel 1947.
62) Guido Luigi Bentivoglio: 27 luglio 1939 – 1949.
Nato a Viterbo il 22 maggio 1899, nel 1915 vestì l’abito dei Cistercensi; fu ordinato sacerdote il 10 giugno 1922 e, nel 1924, si laureò in Diritto canonico all’ “Angelico” di Roma. Il suo episcopato coincise con il lungo periodo della II Guerra mondiale che desolò anche Avellino; lo stesso vescovo rimase ferito durante un bombardamento che causò molte vittime. Per l’assistenza fornita ai bisognosi il Comune di Avellino gli conferì la cittadinanza onoraria. Nel 1949 fu trasferito alla sede di Catania.
63) Gioacchino Pedicini: 22 novembre 1949 – 10 giugno 1967.
Nato a Foglianise (Benevento) l’8 aprile 1883, ebbe l’ordinazione sacerdotale il 25 maggio 1907. Terziario francescano, dal 1910 fu parroco nel paese natale e poi, nel 1931, canonico della Cattedrale di Benevento; era stato anche cappellano militare durante la I Guerra mondiale. L’8 agosto 1939 fu nominato Vescovo di Ariano,Irpino da dove, dieci anni dopo, fu trasferito alla sede di Avellino. Ebbe cura particolare dell’andamento del Seminario e partecipò attivamente al Concilio Vaticano II. Si dimise per aver raggiunto i limiti di età ed allora ebbe il titolo di Vescovo di Mizici. Tornato a Foglianise, vi rimase fino al 1974 quando si trasferì ad Ajello del Sabato dove morì il 14 gennaio 1980. Biografia
64) Pasquale Venezia: 2 giugno 1967 – 28 febbraio 1987.
Nato ad Avellino il 4 giugno 1911, fu ordinato sacerdote il 21 dicembre 1935. Era parroco della Chiesa di S. Francesco d’Assisi al Borgo Ferrovia di Avellino quando fu nominato Vescovo di Ariano l’11 febbraio 1951; da qui fu poi trasferito ad Avellino dove rimase vent’anni non privi di sue iniziative, ma anche di emergenze, come si capisce se si pensa ai danni morali e materiali subiti a seguito del sisma del 1980. Mons. Venezia si dimise per raggiunti limiti di età e si ritirò a Rocca Priora (Roma) dove è morto 27 aprile 1991.
65) Gerardo Pierro: 28 febbraio 1987 – 25 maggio 1992.
Nato a Mercato Sanseverino il 26 aprile 1935, fu ordinato sacerdote il 21 dicembre 1957. Il 26 giugno 1987 fu promosso Vescovo di Tursi Lagonegro; da qui fu trasferito alla sede di Avellino dove è rimasto per poco più di un lustro essendo stato promosso all’Archidiocesi di Salerno dove si trova tuttora.
66) Antonio Forte: 20 febbraio 1993 – 13 novembre 2004
Nato a Polla (Salerno) il 9 luglio 1928, vestì l’abito dei Frati Minori francescani presso i quali ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 25 febbraio 1951. Dopo essere stato Definitore, Vicario e Ministro provinciale nell’ambito del suo Ordine, l’11 giugno 1988 fu promosso Vescovo di Ariano Irpino da dove, il 20 febbraio 1993, è stato trasferito alla sede di Avellino ove concluse il suo ministero pastorale il 15 gennaio 2005. Si trasferì a Nocera Superiore (S. Maria degli Angeli) ove morì l’ 11 settembre 2006.
67) Francesco Marino: 13 Novembre 2004 – 15 Gennaio 2017
Nato a Cesa, provincia di Caserta e diocesi di Aversa, il 24 novembre 1955. Ha seguito i corsi alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’università di Napoli e, nel 1989, si è licenziato in Teologia Dommatica alla Facoltà Teologica di Posillipo laureandosi in seguito, nel 1997, con la pubblicazione della tesi dottorale. Il 13 novembre 2004 è stato eletto vescovo di Avellino, a seguito della rinuncia presentata da monsignor Antonio Forte. L’8 gennaio 2005, nella chiesa cattedrale di Aversa, ha ricevuto l’ordinazione episcopale e il 15 gennaio ha iniziato il Ministero episcopale nella diocesi. L’11 novembre 2016 è stato eletto vescovo della diocesi di Nola e il 15 gennaio 2017 ha iniziato il Ministero episcopale nella diocesi di Nola.
68) Arturo Aiello: 30 Giugno 2017 ad oggi.
A cura di Gennaro Passaro ed altri
FONTI CONSULTATE:
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UGHELLI F., Italia sacra, Roma, vv. 10, 1642-62.
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DE’ FRANCHI F., Avellino illustrato da’ Santi e da’ Santuari, Napoli, 1709 ;
UGHELLI F. – COLETI N., Italia sacra, vv. 10, Venezia, 1717-1721;
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